(site specific installation), 2021, latex, variable dimensions
L’installazione site specific di Martina Biolo è uno sforzo di “alfabetizzare” oggetti della tradizione locale – formine per la mostarda, centrini ricamati, piccole anfore di terracotta – usati come matrici per raccontare la storia personale dell’artista in residenza che si arricchisce dell’esperienza dei fruitori e delle loro memorie. La comunicazione passa, infatti, attraverso la forma riconoscibile dei segni che riempiono le pareti: oggetti che sono stati un tempo d’uso comune oggi trattati come reperti di un passato non troppo lontano, esposti sotto teche di vetro nei musei etnoantropologici, o conservati nello spazio privato della propria abitazione, eredità familiare che si fa, appunto, linguaggio, che costituisce un dialogo tra generazioni. Il lattice scelto per realizzare i calchi, dalla cromia simile a quella della pelle, rende il racconto dell’artista antropomorfo: l’attrazione inconscia alla caratteristica materica, quasi organica, degli oggetti/opere è il presupposto su cui la Biolo basa l’intera operazione. La percezione resta in bilico tra il familiare e l’estraneo di fronte a queste forme cave, svuotate di senso e decontestualizzate.
Testo di Silvia Maiuri
The artist’s frequent recourse to casts under- scores the value that she attributes to the pre- cious memory that lies dormant in seemingly banal objects. Reproducing the contours of these things extends their symbolic meaning beyond the limits of their physical substance. Wunderkammer delle memorie expressed this praxis as a participatory activity, during a resi- dency project in Barcellona Pozzo di Gotto, Sic- ily, called Discontinuo. The artist gathered up dozens of objects, including typical jam moulds, either collecting them from local inhabitants, or recovering them from an illegal dump. She then made latex casts of the objects, whose surface continues to change over time.
Text by Gaia Bobò