Ti guardo e ti vedo diverso

Abbandono, decadimento, disinteressamento sono fragili parole ormai pronunciate nel contesto quotidiano per indicare indifferenza, quell’atteggiamento che conduce ad un inesorabile oblio le aree naturalistiche, urbane, sociali e culturali: crude metafore che generano nell’animo umano sentimenti di tormento e sofferenza.
Lo stesso sentimento che viviamo quando visitiamo la settecentesca chiesa, ormai sconsacrata, dove gli stucchi ed i marmi pregiati sono avvolti dalla patina del tempo.

L’allestimento di Martina Biolo mira a valorizzare la chiesa e celebrare il legame che si crea ed intensifica tra i luoghi e l’essere umano, che osserva e trasforma. L’artista con l’opera “Ti guardo e ti vedo diverso” presenta infatti una fedele riproduzione in scala della chiesa, riflettendo sulla percezione del reale e si contamina con la sua dimensione intima percepita. L’intervento si concretizza grazie all’utilizzo di programmi digitali, lasciando spazio all’atto istintivo, auspicando ad una rinascita architettonica con la realizzazione in ceramica anche di alcune sue parti deteriorate.

Un gesto pesante ed amaro, tuttavia delicato e armonioso, atto a stimolare la coscienza della comunità su quanto sia necessario conservare e preservare beni ed edifici del passato divenuti parte simbolica della nostra coscienza storica e morale. Biolo ci obbliga dunque ad entrare, ad interfacciarci con il dualismo che nasce dallo splendore del passato e dell’usura del tempo dopo anni di abbandono.

Testo di Giorgia Munaron

Abandonment, decay, disinterest. Fragile words now pronounced in the daily context to indicate indifference, that attitude that leads to a relentless oblivion the naturalistic, urban, social and cultural areas. Crude metaphors that generate in the human soul torment and suffering feelings.

Cappella Marchi identifies itself in these words, being currently in an advanced state of deterioration, like most of the artistic-cultural places that enrich our territory. Founded as a private chapel of the Marchi family, it was later deconsecrated and donated to the Municipality of Seravezza which observed the decay of its marbles and its precious stuccoes affected by the wounds of the time.

“The preservation of its existence does not depend on experts but by a collective consciousness”, wrote Gilles Clément, a warning that has become fundamental for the Martina Biolo site- specific work “I look at you and I see you differently”. An emotional setting that aims to bring to cultural splendor this forgotten place and celebrate the bond that is created and intensifies between the places and the human being, who observes and transforms. The artist presents a faithful scale reproduction, reflecting on the perception of reality and contaminates with the intimate dimension perceived. The intervention is realized thanks to the use of digital programs, leaving room for the instinctive act, hoping for an architectural rebirth with the realization of some deteriorated parts in ceramics.

A heavy and bitter gesture, however delicate and harmonious, able to stimulate the conscience of the community on how necessary is to preserve and recover assets and buildings of the past that are a symbolic part of our historical and moral conscience. Biolo therefore obliges us to enter, to interface with the splendor of a past hidden by the indifference of the present, offering a visual dualism that reflects on the consequences of abandonment.

text by Giorgia Munaron

Ti guardo e ti vedi diverso, 2023, installazione site-specific, tessuto, alluminio, filo di cotone, ovatta, ceramica, 200 x 280 x 200 cm Foto di Federico Gherardi- STUDIO5A

Ti guardo e ti vedi diverso, 2023, site-specific installation, fabric, aluminium, Cotton yarn, wadding, ceramics, 200 x 280 x 200 cm Photo by Federico Gherardi- STUDIO5A